Zagabria ringrazia In Italia non abbiamo solo i “No Tav”, che non vogliono l’altà velocità in Val di Susa impedendo la costruzione della Torino Lione. Abbiamo anche i “No euro”, che vogliono uscire dalla moneta unica per ripercorrere i fasti della lira, ed abbiamo i “No Triv, quelli che vogliono liberare il mare e la terra dalle trivelle, indipendentemente dagli obiettivi che a queste si possono dare. Tutti questi gruppi sono più o meno gli stessi che appartenevano a quello del No al nucleare, e che grazie ad un referendum hanno messo in ginocchio le prospettive di sviluppo energetico del paese, considerando anche l’avanzamento raggiunto anche grazie a scienziati del calibro di Felice Ippolito. Si tratta spesso di gente tanto ricca da non doversi preoccupare di pagare la bolletta energetica più cara d’Europa e sufficientemente sicura dei propri mezzi, che in caso di un incidente in una centrale in Svizzera, o in Francia, al nostro confine, dispongono di una seconda casa a centinaia di chilometri di distanza, a picco sul golfo della Gallura, o nel cuore della Toscana, dove fecero già chiudere la centrale di Montalto di Castro. Per cui se mai accadesse che fosse possibile raddoppiare la produzione di idrocarburi in Italia, portandola a circa 22 milioni di tonnellate, che vuol dire una cifra equivalente in petrolio entro il 2020, e alleggerire così la nostra bilancia dei pagamenti di circa 5 miliardi di euro, questi signori se ne infischiano. Come se ne infischiano di poter aumentare le entrate fiscali dello Stato di 2,5 miliardi ogni anno e investire oltre 15 miliardi, dando lavoro alle decine di nostre imprese che operano in ogni angolo del mondo. Nel mar dello Ionio vi sono giacimenti che si estendono nelle acque territoriali dell’ Italia da sfruttare. Ai No Triv, non importa niente e visto la loro fiera opposizione dei nostri movimenti ambientalisti, le pastoie burocratiche, le indecisioni del governo, finirà che dei giacimenti se ne impossessa la sola Zagabria che già si vede diventare come la capitale della Norvegia in pieno Mediterraneo. Davanti a questa situazione persino Romano Prodi ha avuto un soprassalto di coscienza e ne ha denunciato la paradossalità domenica scorsa su “il Messaggero”. Il nostro Paese è al primo posto per riserve di petrolio in Europa, in quarta posizione per riserve del gas, ma solo in sesta posizione per produzione. Infatti abbiamo risorse non sfruttate, come conseguenza della decisione di non volerle utilizzare. La Croazia ringrazia, così stupidi gli italiani non riuscivano ad immaginarli nemmeno a volerlo. Anche perché insieme ai giacimenti petroliferi che noi non possiamo toccare per non mettere in azione le trivelle, si trasferiranno volentieri in Croazia quelle imprese che da noi pagano troppo cara la bolletta energetica. Il fatto poi che le trivelle croate penetrino lo stesso mare che noi vogliamo rispettare, è un dettaglio insignificante. E’ stata vinta un’altra grande battaglia contro lo sviluppo ed il benessere, in quella rincorsa al Medio evo che abbiamo imboccato da quando è stato detto il primo no al nucleare. Roma, 20 maggio 2014 |